“e ora facciamo i giochi dei grandi”
Inserito il 09 aprile 2021 da Maria Rosa DOMINICI
Elaborato dell’immagine del castello:l’ingresso alle segrete
Come d’uso dopo la sedutà d’imagerie,nell’incontro successivo la paziente scrive ciò che ha visto durante la riattualizzazione simbolica ,qui dopo resistenze ed evitamenti comprensibili nel non voler riattraversare il dolore del trauma precoce e lacerante riesce a riattivare la memoria corporea anche a livello sensoriale,olfatto e gusto,elementi primari spesso compromessi che emergono nella terapia psicosomatica.
T.(34 anni coniugata,2 figli) dopo avermi consegnato il foglio dell’elaborato,uno x me,uno x lei x la decodificazione che faremo insieme ,legge:
“Sono nelle segretissime,sono nel piano interrato,molto buie e il luogo è piccolo con tante stanzine.Alla mia destra ci sono celle piccole senza finestra,dietro ci sono altre celle con le botole in cima,una per ogni cella,a destra altre celle senza finestra…sono immobile e penso che da sola non potrei che stare immobile,poi immagino la mano di una signora che mi vuole prendere e tirare fuori da questa situazione e allora mi sblocco,questa figura è di costituzione robusta con un grembiule per cucinare,mi ricorda una sdaura.
In una parete sulla destra c’è la scritta ” sei grande”mentre sulla sinistra ,in una cella vedo uno zombi sul verde…Mi soffermo a sinistra dove ci sono le 3 stanze che devo affrontare,
,,,,faccio fatica anche a scriverlo,mi creano disagio.
Penso alla sala sopra al negozio e vedo come il nonno,mentre giocava con me,mi guarda negli occhi e mi dice”è ora di fare i giochi da grandi “…io con tutta la mia tristezza obbedisco e lui va a chiudere la porta a vetri,a chiave.
Nella prima stanza ci sono io con il nonno e vedo il suo pisello,la parte della cappella dove c’è il buco da cui esce lo sperma e mi viene in mente il secchiello rosso con la schiuma che vidi qualche tempo fa…sento l’odore dello sperma e la puzza del pisello.
So che ci sono due stanze e poi il giro è finito,mi sento sollevata che sta per finire.
Nella seconda stanza sono piegata a 90 gradi con il sederino scoperto e il dito del nonno entra dentro fuori dal mio ano….ho sempre urlato quando mi mettevano le supposte,ma nessuno mi chiedeva o capiva perchè…
“tanto tutti i bambini piangono ma serve per stare bene” e la mia confusione,paura,vergogna cresceva sempre di piu’.
Nella terza stanza sono nuda e sento il pene del nonno che mi struscia sul corpo,sopratutto nel petto a livello del seno che ancora non c’è.
Finito le tre stanze è ora di salire e a me sembra di tornare a galla….il segreto è che se non dico niente mi da tanti soldini…e come se non fosse niente passo attraverso a quella porta nera che distingue la mia vita attuale con mio marito e i miei figli (una,l’ultima…la figlia dell’analisi) da questo orrore ,dalla mia sofferenza soffocata,negata,ignorata,non vista.
Sono arrivati gli altri,i miei genitori loro ridono e parlano e io faccio finta di niente,anzi arrivo a farmi sgridare cosi da non dare sospetti,il loro sgridarmi li farà concentrare solo sui miei capricci e sul mio comportamento vizziato…che tristezza…e quando dottoressa,glielo abbiamo detto,qui in studio,insieme… mi hanno detto che dovevo vergognarmi,che se era vero dovevo dirlo prima,che tanto sono sempre stata una bambina strana e bugiarda …che mi hanno sempre portato da tanti specialisti,anche psichiatri e psicologi…ma poi non ci volevo piu’ andare e nessuno aveva parlato di questo solo uno ,avevo 10 anni disse loro che avevo un rapporto morboso col nonno ma siccome questo qui mi stava antipatico non ci andai piu’
Questa seduta,questo disvelamento,questa riattualizzazione del trauma dell’abuso è emersa dopo 2 anni di terapia.inizialmente ad impronta psicosomatica poichè convinta di avere un tumore al cervello e poi trattata con Analisi Immaginativa tutt’ora in corso,la stessa paziente mi ha dato la liberatoria,conservando l’anonimata”perchè può essere utile ai tanti che negano queste cose,a chi le ha subite e ha paura di non essere creduta…a chinon ha mai sentito quello che lei mi ha detto..chè è passato,che sono sopravissuta,che ora sono adulta e lo devo a quella me bambina il riattraversamento dell’incubo perchè lei,cosi piccola ce l’ha fatta…e non aveva colpa”
Non credo sia necessario che io scriva oltre,grazie cara,con tanti e tante vittime entriamo insieme nel buio per riuscirne con la consapevolezza della propria innocenza tradita e forti della propria resilienza.
Gabriella Gabrielli
credo Maria Rosa Dominici
che tu abbia colpito nel segno. Non si vuole credere. Esattamente come le vittime, tendono a non voler credere che un male così grande e oscuro arrivi da chi ci è + vicino. perché è questo il nodo + doloroso. Dagli ” estranei” ci hanno insegnato a difenderci, a non prendere le caramelle dagli sconosciuti… ma se è tuo nonno, tuo zio, il miglio amico di famiglia… chi può crederci? Chi vuole crederci? ed è così che tutto diventa silenzio, ed è così che tutto diventa ” bugia del bimbo viziato che vuole attirare l’attenzione” . Chi vuole credere di aver aperto le porte di casa al mostro … chi vuole prendersi questa responsabilità … ed è così che l’abuso diventa doppio. Che il dolore diventa inconsolabile e ci si chiude in belle prigioni di bugie.
D’altra parte…. ci hanno insegnato che ogni mezzo per restare vivi diventa lecito.
Continua a parlarne Maria Rosa Dominici
, continua a raccontarci con la tua capacità ed esperienza questa verità affinché non si possa più negare
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