Il rischio,la sopressione dei T.M., intervista di Avvenire al PM Ciro Cascone
Inserito il 11 febbraio 2017 da Maria Rosa DOMINICI
Da L’Avvenire.it,avendo ottenuto il permesso dal direttore,riporto questa significativa e importante intervista al Procuratore Cascone,essendo ,attualmente, estremamente delicata la situazione riguardante la Giustizia Minorile in Italia
Il procuratore Cascone.
Senza tribunali, minori a rischio
Luciano Moia mercoledì 8 febbraio 2017
«Meno tutele per i ragazzi più deboli»
«Scomparsa della cultura minorile creatasi e consolidatasi in Italia grazie alla presenza di giudici specializzati. Scomparsa della procura minorile, primo avamposto nella raccolta ed esame delle segnalazioni relative ai minori in stato di abbandono, o che vivono situazioni di abusi, maltrattamenti, inadeguatezza genitoriale, ecc.. Perdita di risorse destinate oggi alla giustizia minorile. Perdita dell’autonomia organizzativa dei Dirigenti degli Uffici minorili e della rappresentanza esterna nei confronti degli enti locali e dei servizi sociosanitari». Sono solo alcune delle conseguenze che, come sostiene Ciro Cascone, procuratore presso il Tribunale dei minorenni di Milano, si verificherebbero in seguito alla soppressione di questi Tribunali. Contro il disegno di legge sul processo civile, già approvato dalla Camera, e che in questi giorni riprende l’iter in Senato, sono state presentate petizioni e raccolta di firme. Finora, tutto inutile.
Invece di procedere all’abolizione, non sarebbe stata più semplice una riforma per intervenire sui problemi più urgenti
Occorrerebbe innanzi tutto chiarire i criteri che distinguono l’attribuzione della competenza fra tribunale ordinario e tribunale per i minorenni, attualmente previsti da una norma (articolo 38 delle disposizioni di attuazione al codice civile) la cui formulazione, introdotta nel 2012, è pressoché incomprensibile e crea gravi disagi interpretativi nell’atti- vità giudiziaria. Altro intervento estremamente opportuno sarebbe quello di attribuire ai tribunali minorili l’intera materia relativa ai minori stranieri non accompagnati.
Quali tipi di interventi (adozioni, figli contesi, abusi, sorveglianza delle comunità, ecc) finirebbero per sopportare le conseguenze più gravi da un’eventuale soppressione?
Ne risentirebbero tutti gli interventi a tutela dei minori, in quanto alla lunga verrebbe a modificarsi l’approccio verso tale materia, conseguenza diretta di una caduta di specializzazione dei magistrati (giudici e soprattutto pubblici ministeri) addetti a questo fondamentale e delicato settore. La conseguenza, quindi, sarebbe minore attenzione e minore tutela verso l’interesse dei bambini e degli adolescenti, specialmente quelli più svantaggiati.
Cosa ha impedito di arrivare alla creazione di quell’auspicato ‘tribunale della famiglia’ che avrebbe dovuto accorpare tutte le necessità relative a genitori e figli?
Essenzialmente, credo, ragioni legate al timore di costi. I presupposti per la creazione di un tribunale unico della persona, dei minori e delle relazioni familiari vi sono tutti, e da anni viene invocato dai magistrati minorili per primi. Adesso anche la maggior parte dell’avvocatura specializzata sembra convergere su una tale ipotesi, che rappresenta l’unica soluzione efficace, perché non ci sarebbe la frammentarietà e dispersione di competenze attuali tra diversi giudici (tribunale minorenni, tribunale ordinario, giudice tutelare).
È vero la soppressione dei tribunali porterebbe ordine nella giustizia minorile ora in mano ad assistenti sociali e psicologi?
Chi afferma ciò non conosce i sistemi ed i meccanismi di funzionamento della giustizia minorile, che non è assolutamente in mano ad assistenti sociali e psicologi, ma rischia di esserlo in futuro se passerà questa riforma, in quanto ad una perdita di centralità e di specializzazione del giudice corrisponderà un ruolo accresciuto dei consulenti tecnici, con il rischio concreto di orientare in qualche modo anche le decisioni giudiziarie.
Condivide la posizione di chi sostiene che i problemi dei tribunali per i minorenni vanno di pari passo con la crisi dei modelli familiari?
Sì, il giudice, i servizi sociali, i consulenti agiscono in via residuale: quando i genitori scelgono di non decidere per i loro figli e danno sfogo al conflitto e quindi al processo. Basterebbe allora scegliere di comporre la lite con un accordo rispondente agli interessi del minore avvalendosi eventualmente della mediazione familiare o della negoziazione assistita. Ma questo avviene raramente. Una cultura della mediazione probabilmente è quello che manca ancora oggi per aiutare i genitori che litigano.
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Come non condividere totalmente ciò che cosi autorevolmente il Procuratore Cascone dice?!
Da Magistrato Onorario e Consigliere Onorario,per circa 20 anni nella sede giudiziaria bolognese ,con tutta l’esperienza che ne deriva,ho profondo timore che possa chiudersi il Tribunale per i Minori, questa percezione è ancor piu’ confermata dall’esigenza che i giovani conoscano e possano usufruire di ciò che la legge con profonda sensibilità offre loro in caso di reati commessi o subiti.
E’ di questo periodo il mio presentare nelle scuole superiori ,di Bologna,insieme a Filippo Milani il video “Mettersi in gioco” per la regia di Paolo Billi e l’aiuto dell’Accademia di Belle Arti della mia città.
In questo video,si simula un processo minorile con proposta di messa alla prova, tutto ciò suscita interesse desiderio di informazione e ampio dibattito fra i giovani studenti e alla descrizione attuale della criticità che sta investendo i T.M.vi è solo molto rammarico e una domanda generale ,alla quale non so rispondere…”PERCHE LI VOGLIONO CHIUDERE?…dopo anni che con orgoglio ,in vari consessi sulla giustizia minorile in Italia e ALL’ESTERO HO CONFERMATO E SOTTOLINEATO L’ECCELLENZA DELLA GIUSTIZIA PER I MINORI CHE VIENE ATTUATA NEL NOSTRO PAESE,ESEMPIO PER MOLTI ALTRI ….
E’ TANTO IL DISPIACERE CHE PROVO E MI CHIEDO A CHI GIOVA QUESTO CAMBIAMENTO?….
Spero che anche questa storica pagina culturale ,questa grande esperienza umanistica e giuridica, non venga distrutta da opportunismi politici
Maria Rosa Dominici