categoria | Antropologica, Situazioni belliche, Teatro, Traumi, Vittimologia

Quando il teatro emancipa la vittima……

Inserito il 27 aprile 2015 da Maria Rosa DOMINICI

Emancipare è liberare,ieri si è ricordata la Liberazione, ieri lo spettacolo”IN ETA’ DI GUERRA”,regia di Paolo Billi ne è stata una espressione,non c’erano gli eroi,ma la giusta collocazione ,nel ricordo,delle vittime,che non suscitano solo compianto,o memoria o celebrazione postuma,ma sentimento di amore ancora vitale,fuori da ogni retorica.
Una visione correttamente storica,obiettiva su chi ,alleati o non, ha pensato ai propri interessi,rendendo ombre evanescenti,corpi e vite reali,con le loro storie,con le loro famiglie,con i progetti e il sogno di un futuro che le vittime di allora non poterono vedere.
Ho vissuto a Gorizia,ho visto le foglie rosse del Carso,la leggenda dice che è ancora il sangue di cui è intrisa quella meravigliosa terra.
Vero,i monumenti ai caduti…”la monumentalizzazione della morte..”ci pone la domanda un bravissimo
Maurizio Cardillo,..perchè?
Il milite ignoto e l’ignota madre di quel figlio,è una storia infinita,…la guerra continua,la guerra è una realtà umana perenne,l’illusione della Pace…ha la stessa fragilità di un velo grigiastro,quasi strappato sui reticolati del 15/’18,sotto le macerie di Cividale,il ponte sul Tagliamento,i ricordi di Hemingway sulla grande guerra,come se ce ne fossero di piccole…
Dai 10 ai 19 anni ho vissuto là, in quelle terre,,Spilimbergo,Udine,Cormons,Trieste,Redipuglia,,Gradisca luoghi che conservono la memoria,il Podgora,Cividale…forse luoghi sconosciuti a chi è piu’ giovane di me…ogni tanto qualcuno saltava su ordigni dimenticati…ma la guerra non si fa dimenticare,non si deve dimenticare anche se sembra che la memoria di questo “orrore…orrore”sembra non averci insegnato nulla ,cosi come le distorsioni propagandistiche dei Vati,intellettuali opportunisti di allora…e cosi anche il girotondo dei 3 Topolini,(eccellenti interpreti),sullo sfondo di cartoni e video falsamente scritti per i bambini,vedi la danza degli scheletri disneyani,ci rivelano la verità nascosta sotto maschere opportuniste.
Anche Guernica si smembra…ma l’essere umano se vuole può ritrovare la propria forza,,interezza,dignità e determinazione contro il moloc della guerra…,grazie a tutti ,il modo migliore per ringraziare tutti coloro i quali hanno permesso e realizzato questo magnifico spettacolo è leggere ciò che segue.
grazie per questa serata e questi appuntamenti che si rinnovano nel tempo,grazie al TEATRO DEL PRATELLO
Maria Rosa Dominici

In età di Guerra: 1915 – 1945 – 2015 Trent’anni di guerra civile europea, di avanguardie e di ritorni /Cent?anni dopo è il titolo della manifestazione teatrale a cura dell Teatro del Pratello che si svolge il 25 aprile alle ore 21:00 presso Chiostro dell’ex Convento di San Mattia.

Spettacolo teatrale con la regia di Paolo Billi, che conclude la seconda annualità del progetto VOCI, realizzato dall’Istituto per la storia e le memorie del novecento PARRI E-R, dal Teatro del Pratello, dall’Università Primo Levi, dal MAMbo e dall’Accademia di Belle Arti di Bologna.

In scena Maurizio Cardillo e i ragazzi della Compagnia OUT Pratello, con Chanel Tatangmo, Philip Hamouda, e con Maddalena Pasini. Il video di scena è a cura di Daniele Campagnoli e Filippo Pierpaolo Marino, realizzato dagli studenti dei corsi di Didattica e comunicazione dell’arte, Didattica dell’arte e mediazione culturale del patrimonio artistico, Fotografia cinema e televisione dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, con la collaborazione di Francesca Marra.

Lo spettacolo IN ETA’ DI GUERRA, con la drammaturgia di Paolo Billi, Luca Alessandrini e Veronica Ceruti rielabora e trasforma in opera originale citazioni letterarie e materiali iconografici i più diversi. L’azione scenica ha per protagonisti gli attori del Kabarett Baciccia: il primattore gioca la parte di un disilluso professore di storia (Maurizio Cardillo), tutto perso a rammentare quel che scrissero Remarque, Hemingway, Freud, Papini sulla Grande Guerra, e tre attori-ballerini che presentano, a modo loro, le avventure del “piccolo alpino” di Salvator Gotta, romanzo per ragazzi che ebbe grande fortuna durante il ventennio fascista e non solo.

Nel 2015 cade un significativo doppio anniversario: il settantesimo della Liberazione e il Centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale; è l’occasione per interrogarsi su trent’anni di guerra civile europea, di avanguardie e di ritorni, continuando e sviluppando il senso del lavoro intrapreso nella prima annualità del progetto VOCI, ossia fare memoria rifuggendo le retoriche celebrative, che ossificano o banalizzano la memoria.

Luca Alessandrini, coautore del progetto e coordinatore della Direzione dell’Istituto Parri puntualizza: “Il lavoro intende coniugare il centenario della prima guerra mondiale con il settantesimo della Resistenza, non interesserà in senso stretto la vicenda bellica della prima guerra mondiale ma la Grande Guerra come evento epocale, proponendone la dimensione definita da taluno “guerra dei trent’anni”, la lunga guerra civile europea nella quale si formano i totalitarismi e che, iniziata nel 1914, cessa soltanto con l’affermazione delle potenze democratiche e delle resistenze nel 1945.”

Veronica Ceruti, coautrice del progetto e responsabile Mediazione culturale e Servizi educativi dell’Istituzione Bologna Musei, si interroga così: “Ricorrenze, centenari, ne abbiamo davvero bisogno? A volte me lo sono domandata, assistendo a celebrazioni fredde e retoriche, non partecipate e soprattutto non accessibili, perché non comprese. Mi sono ricreduta: l’anniversario è un’occasione da non perdere per andare a cercare nel nostro passato, anche quello mai vissuto, per provare a ricostruire, a capire, seguendo piste, tracce, esplorando nella memoria altrui e immaginando cosa sia potuto realmente accadere. La prima guerra mondiale: chi la conosce oggi? Come viene raccontata da pittori, scrittori, registi? In che misura la seconda è legata alla prima? Punti di vista, VOCI, sguardi. Risposte, aperte.”

VOCI è un progetto di educazione permanente articolato in molteplici attività che hanno visto coinvolte adolescenze e generazioni diverse: un gruppo di ragazzi in carico all’Ufficio Servizio Sociale Minorenni e della Comunità Pubblica per Minori, studenti di Istituti Superiori (Liceo delle Scienze Umane L. Bassi e Liceo Sabin) e studenti dell’Accademia di Belle Arti, senior dell’Università Primo Levi.

Da sottolineare come il gruppo di senior dell’Università Primo Levi, formatosi nella prima annualità del progetto VOCI, abbia continuato a lavorare con i ragazzi del Pratello partecipando allo spettacolo del novembre scorso CHIAMATEMI ISMAELE, e sia stato componente fondamentale nel lavoro di quest’anno, coinvolgendo diversi cittadini che avevano partecipato allo spettacolo dell’anno passato come figuranti.

Il progetto si è articolato in quattro laboratori, che si sono svolti nell’arco di sei mesi: il Laboratorio di Storia (condotto da Luca Alessandrini), il Laboratorio di teatro (condotto da Paolo Billi), il Laboratorio d’ arte (condotto da Veronica Ceruti presso il MAMbo), il Laboratorio di video-arte per il video di scena dello spettacolo (condotto presso l’Accademia di Belle Arti da Daniele Campagnoli e Filippo Pierpaolo Marino).

Il progetto è realizzato nell’ambito delle attività in convenzione tra Comune di Bologna e Teatro del Pratello, con i contributi della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, di Coop Adriatica; con il patrocinio dell’A.N.P.I. provinciale – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia- e dei Quartieri Porto e Saragozza.

Ingresso: gratuito

link: :flashgiovani.it, giovani@comune.bologna.it

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Maria Rosa DOMINICI

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psicologa,psicoterapeuta vittimologa,membro dell'Accademia Teatina delle Scienze,della New York Academy ofSciences,dell'International Ass. of Juvenile and Family Court Magistrates,della Società Italiana di Vittimologia,della W.S.V.,dell'Ass.internazionale di Studi Medico Psico Religiosi.,docente di seminari di sessuologia, criminologia e vittimologia in università Italiane e straniere,esperta per progetti Daphne su tratta di minori e sfruttamento sessuale,creatrice del progetto Psicantropos,autrice di varie pubblicazioni,si occupa di minori e reati ad essi connessi da 40 anni.

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