Comunicato,Unione Nazionale Camere Minorili 24 /07/2014 da avv.Sergiacomi
Inserito il 25 luglio 2014 da Maria Rosa DOMINICI
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Dott. Matteo RENZI
Al Ministro della Giustizia
On. Andrea ORLANDO
Ai Sottosegretari di Stato alla Giustizia
On. Enrico COSTA Dott. Cosimo Maria FERRI
Al Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia Dott. Giovanni MELILLO
Al Capo Dipartimento Reggente della Giustizia Minorile Dott. Antonio MURA
L’UNIONE NAZIONALE CAMERE MINORILI
RITIENE
doveroso esprimere il proprio fermo e totale dissenso in relazione alla rinnovata proposta dello
schema di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante il “Regolamento di
organizzazione del Ministero della Giustizia e riduzione degli Uffici dirigenziali e delle
dotazioni organiche del Ministero della Giustizia”, riproposto dal 15 luglio u.s., mediante il
quale si prevede che il Dipartimento di Giustizia Minorile debba avere un Capo Dipartimento ed una
sola Direzione Generale tramite l’accorpamento in una sola Direzione delle tre attualmente
esistenti (Dir. Gen. del personale; Dir. Gen. dei beni e servizi; Dir. Gen. per l’attuazione dei
provvedimenti), con conseguente scomparsa, in particolare, della Direzione Generale per
l’attuazione dei provvedimenti giudiziari, che, notoriamente, si occupa di tutto ciò che attiene
al trattamento dei minorenni;
RIBADISCE
con immutata convinzione che tale metodo di riorganizzazione ministeriale non tiene conto in alcun
modo e forma della specificità degli interventi, che devono attuarsi in favore dei minorenni autori
di reato, atteso che detta specificità necessita di essere garantita sia sul versante giudiziario
che sul versante organizzativo, mediante la previsione di un apposito Dipartimento preposto a tale
delicato ambito che preservi una propria autonomia gestionale, soprattutto in considerazione della
circostanza che il Regolamento nuovamente proposto (diversamente che per gli altri Dipartimenti
ministeriali) nulla riferisce in merito alle funzioni ed alle competenze dell’unica Direzione
Generale del nuovo DGM, con l’ovvia conseguenza che il Dipartimento di Giustizia Minorile verrebbe
ad essere fatalmente indebolito in ragione dell’inevitabile mescolanza di
competenze e funzioni tra loro ontologicamente differenti e totalmente non abbinabili;
RILEVA
che, come correttamente evidenziato in altri Comunicati che ci hanno preceduto sull’argomento
(Comunicato dell’ANPE del 19.07.2014; Comunicato dell’On. Rita Bernardini del 16.07.2014), si
verrebbe a concretizzare una situazione normativa di completa incoerenza ed illogicità poiché nel
“mentre da una parte alla Giustizia Minorile, che da sempre è impegnata nel recupero dei ragazzi
che entrano nel circuito penale, si affidano nuovi compiti come quello di accogliere anche i
giovani detenuti dai 21 ai 25 anni, dall’altra il Governo Italiano si appresta a smantellare un
sistema importante e specifico non ancora raggiunto da condanne della Corte Europea dei Diritti
dell’Uomo e che è unanimemente riconosciuto come un modello di efficienza ed efficacia per altri
Paesi”,
CONDIVIDE
l’osservazione secondo la quale si rivela carente dal punto di vista della ragionevolezza un
disegno organizzativo complessivo che “da una parte vuole unire tutte le competenze per i minori e
le famiglie e dall’altra non fornisce uno strumento specifico, quale quello di un Dipartimento per
la Giustizia Minorile con una Direzione specifica per il trattamento”, aprendo il varco al
tangibile rischio che venga meno la possibilità per il minore di poter costruire effettivamente un
percorso personale ed individualizzato di reinserimento sociale, attuabile solo con il
coinvolgimento di tutti gli attori operanti nel settore all’interno del quale il servizio sociale
ha un ruolo centrale;
SOTTOLINEA
che, nel complessivo panorama di una giustizia in grave crisi, il processo penale minorile italiano
si presenta come una realtà di successo, ampiamente riconosciuto a livello internazionale, e che
tale risultato è dovuto in buona parte anche al lavoro di assistenti sociali specializzati e
organizzati in una struttura dedicata specificamente ai minorenni. Ne consegue, pertanto, la
considerazione che lo smantellamento della Direzione Generale per l’attuazione dei provvedimenti
giudiziari viola palesemente il diritto costituzionalmente garantito per i minori e gli adolescenti
d i ricevere un’adegua ta protezione (art. 31
c. 2° Cost.), dal momento che verrebbe meno l’attuale struttura ed organizzazione dei Centri per i
Servizi Minorili, di fondamentale importanza per la loro funzione di ausilio alle attività
giudiziarie e per l’attuazione delle finalità educative perseguite dal nostro processo penale
minorile;
REITERA
quanto già evidenziato nei propri pregressi Comunicati del 18 ottobre 2010 e del
13 marzo 2014, nei quali si sono già “denunciati” altri precedenti tentativi di sostanziale
smantellamento e/o soppressione del Dipartimento di Giustizia Minorile mediante la predisposizione
di interventi di natura riorganizzativa che avrebbero comportato l’abbandono – di fatto – della
formazione e della specializzazione del personale addetto ai Servizi Minorili, il trasferimento di
funzioni e compiti del settore penale minorile a strutture normalmente utilizzate per gli adulti e
la sostanziale cancellazione, a livello territoriale, dei Centri per la Giustizia Minorile, così
contravvenendo a quanto viene attualmente perseguito a livello internazionale e comunitario in
materia minorile con la predisposizione di strategie politiche e normative unitarie che tutelino
sempre più adeguatamente i minori;
EVIDENZIA
che l’attuale Regolamento si pone in netta antitesi, da un lato, con l’attuale discussione a
livello nazionale sull’istituzione (quanto mai auspicabile) del Tribunale per la persona e le
relazioni familiari, rispetto a lla cui “nascita” si è favorevolmente espresso lo stesso Ministro
della Giustizia in data 16 luglio u.s. in
occasione dell’inaug urazione dell’anno giudiziario del CNF (sul punto vedasi Comunicato di
apprezzamento U.N.C.M. del 21.07.2014), e, dall’altro, con la recente Proposta di Legge S1352
sull’ordinamento penitenziario minorile e sull’esecuzione delle misure privative e limitative della
libertà nei confronti dei minorenni, nonché con lo stesso D.L. 92/2014 (in fase di conversione) che
amplia espressamente la competenza del DGM, prevedendo la permanenza nel circuito dipartimentale
minorile fino al venticinquesimo anno di età di persone che abbiano commesso un reato da minorenni;
SOLLECITA ED INVITA
il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro della Giustizia ed il Governo tutto a voler
intervenire prontamente, affinché sia scongiurata l’approvazione del provvedimento in esame, il
quale – laddove fosse emanato secondo l’attuale schema – condurrebbe in maniera irreparabile a
compromettere l’intera tenuta del sistema della giustizia penale minorile italiana.
Milano, 24 luglio 2014.
Avv. Tiziana PETRACHI
Resp. Naz. Settore Penale U.N.C.M.
Avv. Paola LOVATI
Presidente U.N.C.M.
Tu cosa dici di questa unione dei dipartimenti e delle funzioni? Ho già visto alcune che riducono costi e accelerano il processo, ma su questa italiana nn so cosa pensare pk nn lavoro in ambito italiano. A te la parola!! 🙂