MARTIRI O EROI…I SOGNI DEI BAMBINI PALESTINESI
Inserito il 12 febbraio 2012 da Maria Rosa DOMINICI
Ogni bambino nei suoi giochi cerca sempre di essere l’eroe,mai la vittima,ricordo quando giocavamo agli indiani,nessuno voleva essere il prigioniero e se lo era poi si liberava in modo eroico ,oppure c’erano forti sentimenti di lealtà e pellerossa e caw boy alla fine facevano sempre pace,almeno nei miei ricordi…
Oggi tanti bambini ,non giocano alla guerra ,vivono la guerra ,in modo estremo ,come i bambini soldato,come piccole bombe umane,come vittime della follia che insanguina la piu’ parte del pianeta….l’uomo e la guerra…e i bambini?ho parlato ad AQABA con una giovane donna palestinese che risiedeva in Giordania,col marito ,giovani sposi,piangendo raccontava che lei come molte altre avevano rinunciato all’essere madri perchè non avrebbero avuto neanche l’acqua da dare da bere ai loro figli,nè volevano che diventassero martiri per la causa…la Patria…è vero ciò che questo articolo denuncia,questi bambini soffrono dello stress post traumatico ,della sindrome da guerra ,dell’incertezza del vivere ,dell’estrema vulnerabilità che li accompagna ed allora le uniche vie di fuga sono la sublimazione,o martiri o eroi ,o uccidi o ti sacrifichi…tante volte nei vari anni di formazione in varie scuole,provocatoriamente giungevo a dire -dovremmo educare alla paura…quella paura che è dentro a tutti noi ,la paura dell’agressore,dell’imprevisto,dell’improvviso…bene i bambini palestinesi ci convivono,sono nati e cresciuti con il terrorismo,il loro conscio ed inconscio ne è pieno,e i loro sogni ne sono la logica conseguenza…ricordo il convegno internazionale tenutosi a Genova ,sui Diritti dei Bambini del Bacino del Mediterraneo ,c’erano tanti paesi di tutto il mondo ,la richiesta dell’infanzia tutta era la Pace e il Cibo ,mi fu regalata una bella bandiera creata per quell’occasione ,con disegnati i bambini di tutti i colori ,che si tenevano per mano in un cerchio di Pace…io ho ancora quella bandiera ,ma a parte quel giorno non l’ho mai piu’ vista sventolare…questi bambini non possono avere altri sogni….” perchè i grandi fanno la guerra?” non seppi rispondere allora non so rispondere ora a quei bambini che lo chiedono,LORO LA GUERRA LA VIVONO E NON CAPISCONO PERCHE’
Maria Rosa Dominici
Si svegliano urlando, con le lenzuola avvolte intorno alle gambe, o, terrorizzati, tremano sotto le coperte: le notti dei bimbi palestinesi sono sconvolte dalla repressione israeliana della rivolta iniziata 10 mesi fa.
I loro sonni non sono disturbati da streghe e mostri, ma da elicotteri israeliani, mitragliatrici, soldati in assetto da guerra e carrarmati.
Quelli non direttamente esposti ai combattimenti, hanno visto le immagini grafiche del sangue attraverso la televisione.
Un ragazzo palestinese sogna di restare decapitato da un missile israeliano mentre torna a casa da scuola, zainetto in spalla.
Una bambina 11enne sogna di far esplodere le bombe strette intorno al suo corpo di fronte al primo ministro israeliano Sharon ed al suo predecessore, Barak: I due muoiono dilaniati, mentre lei, miracolosamente, sopravvive.
Lo psicologo clinico palestinese dottor Shafiq Masalha ha collezionato circa 300 sogni, stabilendo che il 78% dei bambini palestinesi fanno sogni che hanno a che fare con la politica, mentre il 15% sogna di morire come martire.
Il dottor Masalha ha dato a 150 bambini di diversi campi profughi della Cisgiordania, libri da colorare e matite con cui documentare I loro sogni, attraverso il racconto scritto e attraverso il disegno.
Ha poi decifrato I quaderni pieni di figure, colorati di rosso e nero, rappresentanti la potenza israeliana contrapposta al coraggio palestinese.
Molti di essi si dipingono come eroi, coloro che riusciranno a mettere fine all’occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gaza.
Una bambina 11enne ha sognato di trovare un missile israeliano inesploso e di averlo usato per colpire un insediamento di coloni. “Molti israeliani sono morti nell’attacco. Vedendo il missile che io avevo trovato, la polizia imparo’ a costruirne e, ogni notte, con essi, colpivano gli insediamenti, finche’ I coloni scapparono”, scrive la bimba.
Masalha ha detto che molti disegni terminavano con la frase: “Vorremmo essere come tutti gli altri bambini”.
Lo psicologo sostiene che la miseria causata dall’assedio israeliano e la morte di quasi 570 palestinesi, dozzine di essi adolescenti, spaventano I bambini dei Territori occupati.
La televisione contribuisce a dilatare il trauma. Il dottor Iyyad al Sarraj del Centro di Salute mentale di Gaza, ha messo in guardia le autorita’ circa la pericolosita’, per la salute mentale dei bambini, della messa in onda di scene devastanti in ore non consone.
Il campo profughi di Aida, presso Betlemme, e’ la casa di centinaia di bambini palestinesi le cui notti sono terrorizzate dalle scene di violenza vissute durante il giorno, nel quotidiano confronto con le forze d’occupazione.
La loro scuola e’ nei pressi di un sito che conserva le spoglie della matriarca biblica Rachele, ed e’ percio’ presidiato da militari israeliani. I colpi sparati dai militari colpiscono spesso le pareti della scuola.
L’assistente sociale Iman Saleh aiuta I bambini traumatizzati a controllare le loro paure ed insegna loro tecniche di sopravvivenza quali stendersi sul pavimento allorche’ la scuola e’ presa di mira, o canzoni che li distraggano dal suono delle pallottole.
Molte mamme si rivolgono a lei preoccupate del fatto che I loro figli bagnano il letto, non si impegnano abbastanza nello studio, ingaggiano lotte libere a scuola o a casa. Le loro vite sono immerse nella rivolta.
“Prima dell’Intifada, la loro vita era quasi normale”, sostiene Iman. “Ora vogliono solo giocare a palestinesi contro soldati”. Alcuni bambini giocano a lanciare pietre, altri, armati con attrezzi piu’ professionali, quali fionde simboleggianti armi automatiche, fingono di essere soldati.
Il dottor Sarraj ritiene che I bambini che assistono alle scene di violenza attraverso la TV non sono psicologicamente rovinati, ma turbati e fortemente spaventati.
Quelli le cui case sono state demolite dai bulldozers israeliani, che hanno visto gente morire o che hanno avuto lutti in famiglia sono realmente sottoposti a traumi pericolosi.
Essi esprimono il trauma attraverso un mutamento del comportamento che si evince da una forma di violenza contro se stessi. Molti sono preoccupati per il loro rendimento scolastico, non riescono a concentrarsi sullo studio e, come sintomo cardinale, soffrono di enuresi notturna.
Sarraj, che guida otto centri di igiene mentale a Gaza, ritiene che, se non si corre prontamente ai ripari, questa situazione influenzera’ la societa’ palestinese di domani.
I BAMBINI CRESCONO IN UNA PENTOLA A PRESSIONE
Il dottor Sarraj sostiene che la societa’ palestinese e’ come una pentola a pressione per I bambini, che crescono con una intensa coscienza politica, specie dall’inizio dell’Intifada.
Il blocco militare israeliano ha rafforzato I legami all’interno delle comunita’.
“Non abbiamo un’adolescenza innocente”, dice Sarraj, aggiungendo che I bambini “sono molto politicizzati e molto influenzati dalla situazione a cui sono esposti”.
Al campo profughi di Aida, la 13enne Shatha Yusef vuole diventare ingegnere agricolo per “impedire la confisca delle terre da parte di Israele”. Suo fratello Sarey, di nove anni, vuole diventare un combattente degli Hezbollah. I sogni di entrambi sono disturbati. Shatha sogna spesso che un bimbo di Gaza ucciso all’inizio della rivolta le chiede aiuto.
Suo fratello sogna il corpo del suo amico Mota’z coperto di pallottole pendente da una trave. Saray ha visto effettivamente il corpo del suo compagno di giochi ucciso dagli israeliani alcuni mesi fa, in televisione, sepolto come un giovane eroe palestinese.
A volte esprime il desiderio di diventare martire come Mota’z, altre di diventare soldato “per proteggere le case palestinesi dalle demolizioni dei soldati israeliani. Mio padre mi ha detto che I martiri vanno in paradiso, cosi’ io gli ho detto che, quando avro’ 17 anni, andro’ fuori a tirare pietre”.
Sarraj afferma che I bambini palestinesi ritengono il martirio per la causa del loro popolo come “l’ideale piu’ alto”. “E’ una forma di glorificazione ammessa dalla societa’. Finche’ vi e’ l’occupazione israeliana, finche’ vi sono gli insediamenti vi saranno anche giovani pronti a morire e a diventare bombe umane”.
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Tags | bambini, campi profughi, muoiono, palestinese, psicologo clinico, sogni, soldati
Marly Machado Palestina. La segregazione e l’esilio di un popolo nella propria terra, i bambini senza sorrisi, senza scherzi, un mondo dove gli incubi sono reali e non hanno spazio per i sogni.
Molto più triste,,, Pace a questa gente che soffre!
Palestina. La segregazione e l’esilio di un popolo nella propria terra, i bambini senza sorrisi, senza scherzi, un mondo dove gli incubi sono reali e non hanno spazio per i sogni.
Molto più triste,,, Pace a questa gente che soffre!
marly,vedi come i bambini di tutto il mondo,i bambini XINGU,i bambini Greci,Palestinesi,Arabi ecc.sono vittime degli interessi dei capitalismi internazionali,della criminalità politica ,delle multinazionali,,una lotta infinita di deboli e poveri contro ricchi e potenti…la storia si ripete …ovunque ci sia il demone del denaro ,dell'egoismo là c'è la vittimizzazione di tutto ciò che non ha forza per ribellarsi e reagire e i diritti umani sono costantemente calpestati sotto gli sguardi ignavi dei molti