Posted on 05 Januar 2013 by Maria Rosa DOMINICI
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psicologa,psicoterapeuta vittimologa,membro dell'Accademia Teatina delle Scienze,della New York Academy ofSciences,dell'International Ass. of Juvenile and Family Court Magistrates,della Società Italiana di Vittimologia,della W.S.V.,dell'Ass.internazionale di Studi Medico Psico Religiosi.,docente di seminari di sessuologia, criminologia e vittimologia in università Italiane e straniere,esperta per progetti Daphne su tratta di minori e sfruttamento sessuale,creatrice del progetto Psicantropos,autrice di varie pubblicazioni,si occupa di minori e reati ad essi connessi da 40 anni.
Tags | Avaaz, di genere, fede, homens, mulheres, violenza
Sono d'accordo con te, bisogna fare qualcosa, non si può più stare a guardare… ma cosa possiamo fare se non richiedere al legislatore leggi più severe su questo ormai fuori controllo e grandissimo problema che si riscontra in tutti i paesi del globo?
credo che anche il legistratore sia impotente,visto che di leggi ,anche se non perfette ,ce ne sono…il problema è nella cultura radicata …di poter dominare,stuprare ,uccidere le donne…oggetto…non persone…come dico da sempresi dovrebbe ripartire dall'educazione…pedagogicamente parlando,come prevenzione…e da leggi che garantiscano la certezza della pena e la tutela della vittima…inoltre ci dovrebbero essere modalità di unitarietà delle leggi ,in tutto il mondo riguardo questo tipo di reati ed assassinii…si sta cercando di uniformare ovunque,per esempio ,le leggi che riguardano i minori…ma ormai sono tantissimi anni di convegni nazionali ed internazionali ed ancora non ci si arriva …ricordo gli incontri del 1997…e ancora siamo per strada…
l'importante è non arrendersi,prima o poi ce la faremo
e allora bisogna insistere…. mi piacerebbe vedere da parte delle donne un'alleanza trasversale che vada oltre l'appartenenza politica, l'appartenenza sociale, i confini nazionali e la fede religiosa, a difesa completa della dimensione donna, un equivalente di un "governo ombra" internazionale, molto più "facile" da attuarsi sfruttando le attuali tecnologie e social networks a larga diffusione mondiale come facebook, ma non solo, che possa democraticamente interporsi in tutte quelle aree politiche e sociali in cui permangano o si evidenzino discriminazioni ed ingiustizie per il mondo femminile, creando, dalla piazza virtuale alla "piazza reale" quel movimento di opinione atto a correggere le discriminanti.