Bellinda e Bestia…di Paolo Billi. Ambiguità e ambivalenza del mistero d’amore di Maria Rosa Dominici
Inserito il 10 settembre 2018 da Maria Rosa DOMINICI
Conoscevo il cortile del PRATELLO,L’IPM DI BOLOGNA,MA TORNARCI E VEDERLO COSI RINNOVATO,ELEGANTE NEL SUO MINIMALISMO HA FATTO SI CHE IDENTIFICASSI IL SIMBOLICO TEATRALE CON IL VISSUTO DEL RICORDO REALE…Li’ ..DENTRO, QUESTA METAFORA TROVA LA SUA PERFEZIONE.
SPLENDIDI VELAMI CON IMMAGINI CHE IN SE’ CREANO COMUNICAZIONI ,ORA DIRETTE E SPECIFICHE ,ORA AMBIGUE E CRUDELI PER L’IPOCRISIA CHE MANIFESTANO E NARRANO..E IO,FRA IL PUBBLICO MI CI SENTO COINVOLTA…
UN SEMPLICE VELO DIPINTO FRA REALTA’ CHE DIVIDE E SEPARA DAL FUORI E REALTA’ DEL DENTRO,QUASI UN VELO DI MAYA…..,di ipocrisia funzionale ai piu’,ma l’arte del teatro nel simulare..come sempre,svela
La storia si sà,parla di un sacrificio d’amore per l’egoismo degli altri che nulla esitano nel dichiarare la vittima designata,cosi che la purezza e la bellezza ,unita alla bontà diventa il baratto piu’ ambito e favorevole , non si accettano deroghe.
Semplice e complessa la metafora,come la scenografia e il movimento,parlante nella sua dinamica corporea,che come sempre Elvio Assunçao sa dare alle sue coreografie piene di un linguaggio del corpo diretto,senza tergiversare.
Lo scenario è quasi nullo ,ma i simboli del velame sono loquaci al punto di essere assordanti ,alle volte grossolani e volutamente volgari ,quasi una grafica da vespasiano,,genitali…nel corpo peloso,irto.. di un irco ,sempre ,quasi senza testa,un cuore che cerca di crearsi ,una rosa altrettanto piena di spine come i peli del corpo della bestia-uomo.
Non è storia d’amore,non è storia di bellezza,non è storia di resilienza…se non per il povero mostro costantemente genitalizzato,cosi come per il segno,disegno femminile che ai seni,ai genitali,all’essere rosa purpurea di fatto nasconde un dentro e un fuori che fa tremare i polsi cosi che l’ipocrisia ,strisciando,rotolanda,blandendo ed agredendo si fa strada…umani?!,piu’ umani ..le stolide capre,asini,pinguini,capre che ci distraggono fino a convincerci che Bellinda viva la rivincita di Cenerentola…..
E mentre guardo quelle porte cosi criptiche e cosi significative anche nel mio test de “il buio,la porta e lo specchio “..spostando lo sguardo, ma non l’attenzione,guardando le finestre spalancate del dentro oscuro,penso ad occhiaie vuote,senza lacrime…come quel naso,quella bocca,quell’occhio scisso da quell’insieme del volto che darebbe l’identità…
No,l’identità si nega,cosi l’insano legame fra vittima e carnefice può privarsi di un nome e della volontà di scegliere e decidere in autonomia..
UNA MANO MOSTRUOSA GHERMISCE…IL CUORE SI FA QUASI BELLO,MA IL CORPO AGITO NON PUO’ PENSARE.. COSI COSTANTEMENTE DECAPITATO,IL SONORO MUSICALE ZITTISCE IL RITMO DEL SENTIMENTO COSI CHE…BELLINDA ,PUO’ DIRE
“…MA IO VOGLIO BESTIA…”…l’assurda fascinazione perversa di chi è diventato vittima verso un carnefice che non vuole piu’ esserlo…
Un grazie per tutto ciò che Paolo Billi,Elvio Assunçao,Maddalena Pasini,LA COMPAGNIA DEL PRATELLO,i ragazziI dell’IPM di Bologna,Marianna Cumani e Giorgia Lo Monaco del liceo Laura Bassi con Botteghe Moliere,Viviana Venga,Chiara Lattante e Giuseppe Evangelisti ,ci hanno regalato.
Grazie a tutti specie a chi sà portare con costante impegno,il fuori,dentro,QUESTA è LA vera educazione alla reciprocità del vivere socialmente adeguato.
Chaque jour l’amour change son visage…