Nella notte di San Lorenzo,teatro del Pratello
Inserito il 21 febbraio 2017 da Maria Rosa DOMINICI
Nella notte di San Lorenzo
27 Giugno 1980,da quella notte ,quando salgo su un aereo e prendo il mio solito posto accanto al finestrino,guardo la scritta luminosa “USCITA” e subito l’anagramma “USTICA”mi ferisce il cuore come una premonizione che si è compiuta o che potrà compiersi e appena sono in volo sopra il mare una preghiera mi esplode dentro per quei bambini che come fiori sull’acqua mi sembra ancora di vedere affiorare…ormai… insieme alle altre centinaia o migliaia …vittime di questo esodo planetario causato dai Signori della Guerra… forse, identiche volontà e regie, responsabilità occulte e anonime come quelle della notte di Ustica.
E’ vero ,le guerre non finiscono mai,specie per le vittime infanti,anche su quell’aereo c’erano bambini,felici di volare,di vivere, di andare incontro a quel futuro…spezzato,nel buio,cadendo in un ventre materno d’acqua oscura…che dà la morte e toglie la vita.
”Fare memoria”è L’UNICA AZIONE CHE RESTITUISCE VITA A CHI L’HA PERSA…
Grazie alla sensibilità di Billi,all’impegno costante e permanente di chi si fa urna vivente di persone amate,andate nell’altrove, come Daria Bonfietti per suo fratello e gli altri…,suoi fratelli acquisiti nella condivisione dell’uguale destino.
Il museo con i frammenti dell’aereo, queste immagini in bianco e nero di Veronica Billi e Giuseppe Lanno, inserite nel libro di poesie di Francesca Tuscano e dei ragazzi dell’IPM di Bologna, sembrano restituire l’interezza a quei corpi frantumati,a quelle vite spezzate nei loro sogni ,private del diritto al futuro.
Storie interrotte come quei fili tesi nel nulla,sospesi fra cielo e terra ,quasi a delimitare uno spazio che non c’è,nella deflagrazione …o voli…o cadi,o stella o cadavere,o stelle cadenti della notte di San Lorenzo…ma anche le comete sono stelle che vanno a morire.
La poesia fa i conti con la storia,ci dice Niva Lorenzini ,a proposito di uno studente ad Auschwitz…e con la storia devono fare i conti i codardi del segreto di stato,sempre immondo e vigliacco….”quest’atomo,opaco,del male…”
La gestione dello spazio scenico,del visivo e del suono,di parole, mi arrivano cosi in profondità da coinvolgere tutti i miei sensi, quasi allertati dall’impatto attuale del ricordo di un passato mai sopito.
Scrivo mentre ascolto e guardo e provo e vivo..restano anche questi segni ,tracciati sul taccuino come schegge di luci… simili alle schegge d’aereo,miste a quelle dei corpi che piu’ tali non sono.
Fiori di un giardino d’acqua oscura,colori vivi che affiorano,ma sono…colori di morte.
Parallele bianche di una strada,in prospettiva sembrano avvicinarsi,unirsi,in realtà ciò non avverrà mai..Vedo scie chimiche,lattei cordoni ombelicali,come trame di tessuti sfilacciati che non reggono il peso delle anime…
In alcune foto mi sembra di scorgere vene,arterie,di un albero della vita che piu’ non è.
Riesco a scorgere indistinta la figura bianca ,che guarda un paesaggio,laggiu’,lontano…quasi un fantasma irreale nel reale…vedo una serpe che esce dal ventre putrido della morte oscena che si ciba di vittime innocenti…queste,cadute,sommerse, diverranno conchiglie,energia,saranno il tesoro segreto degli abissi,come memoria del profondo e del sublime,tipico del rito misterico del sacrificio…
Una bambina oltre le onde,le arcate di una cattedrale scoperchiata dove un dio può entrare o uscire liberamente da questo libro di pietra..senza titolo .. senza indice …gli Autori sono occulti
E’ come se avessi incontrato archetipi,totem di morte e speranze di vita…nei tenui colori che alla fine iniziano a comparire….
Grazie a Maddalena Giuseppe,Gianfranco,ai ragazzi dell’IPM,aVeronica Billi,aFrancesca Tuscano ,a Niva Lorenzini,al luogo, che Paolo Billi riempie d’arte e cultura e impegno sociale,grazie a Daria Bonfietti che ci rende partecipi, condividendolo,del suo dolore e della forza che questo le da,grazie
Maria Rosa Dominici