categoria | Famiglia e Minori, Vittimologia

Dal libro Bullismo e Cyberbullying:Vuoi essere mio amico ?di Maria Rosa Dominici

Inserito il 21 maggio 2015 da Maria Rosa DOMINICI

Il libro “Bullismo e cyberbullismo ” a cura di Maurizio Bartolucci,edito da Maggioli editore,al costo di 15€,è la raccolta degli interventi del convegno di Santarcangelo,promosso dalla Fondazione Francolini,da segnalare “Il bullismo:fattispecie giuridiche ed interventi” di Luigi Martello,”L’avvocato e la famiglia del bullo “di Giovanna Ollà… e questo mio intervento in cui in apparenza uno scherzo banale crea una vittimizzazione feroce,mai sottovalutare il dolore che la vittima prova,specie quel senso profondo di solitudine,in cui si viene a trovare,un deserto,in cui neanche gli affetti piu’ cari sembrano poter intervenire in modo adeguato
…è una problematica quotidiana che crea disagi e vittime,coinvolgendo il contenitore concentrico,scuole e famiglie dovrebbero dotarse

VUOI ESSERE MIO AMICO ?
IL BAMBINO CANE…storia di bullismo.

Strano come molte volte sotto questa semplice domanda si celino delle trappole dolorosissime…tali da creare danni e sofferenze,che alle volte si protraggono fino all’età adulta
Tutto nasce da due diverse forme di solitudine,quelle della vittima e quella del vittimizzatore,infatti in queste storie ci troviamo molto spesso di fronte ad un Giano bifronte.
Basta un pc,basta face book,per cercare e trovare amici…che possono essere reali o presunti,la maschera protettiva o ingannatrice del cyberspazio può creare buchi neri in cui si rischia di cadere,la consapevolezza è una acquisizione difficile e faticosa,implica la giusta distanza e diffidenza…ma noi nasciamo fiduciosi e cosi ci si trova invischiati in rischi intergenerazionali,in problematiche deludenti ed offensive senza accorgersene.
Siamo internauti,nuovo termine,quasi da vecchio film da fantascienza (consiglio la visione del PIANETA PROIBITO-film del 1956 che ha determinato la mia scelta professionale all’età di 10 anni),ossia navighiamo verso terre sconosciute,il fascino dell’ignoto..ma in esso vi sono anche mostri e trappole,è noto a tutti il rischio di adescamento pedofilo,pedopornografico,seduzione da parte di sette,ciò che sembra inizialmente piacere,scambio,seduzione spesso diventa inferno,anche senza ritorno ,ricordiamoci dei suicidi indotti da crudeltà gratuite che un animo fragile e solo,molto spesso non sa reggere
La vittima si sente attratto dalle presunte delizie da Hansel e Grettel o da paese dei balocchi,il pc dà conferme,ma spesso non fa che nutrire illusioni di opportunità,cultura,scambi di vera amicizia,,accorcia distanze e tempi,soprattutto permette i..giuochi di ruolo,le finzioni,di età,di aspetto,,da cui lo scattare di trappole come furti d’identità,suggestioni al gioco creando dipendenze,induzioni autolesioniste,pedopornografia ..
Bisogna imparare a riflettere,ad andare oltre lo specchio ingannevole..distorsivo della reale realtà.
Il Bullo, termine con accezione negativa di un certo comportamento è diventato tale esasperando contenuti che nacquero come scherzosi (altra citazione cinefila dei miei tempi”Bulli e pupe”),in realtà anche ora nascono come tali ma via,via diventano atti da Pre-Potente, in effetti ,il Bullo si crede Onnipotente,in realtà non lo è,non è tutto ciò,anzi è l’esatto contrario,se fosse veramente Potente…non dovrebbe dimostrarlo con la violenza…se fosse Onnipotente non dovrebbe aver bisogno del gruppo dei sostenitori per imporsi ed esibirsi,si misurerebbe coi suoi pari e non con i piu’ deboli.
Racconto quindi uno dei casi di cui ho dovuto occuparmi,in cui su un danno subito se ne è innestato uno ulteriore dai tipici atti e comportamenti di bullismo intrascolastico,è la storia di C. un bambino di 10 anni in V° elementare…

Sedute del
4-12-2012 dalle 17 alle 18,30 C.con la madre,

Avevo già incontrato C. nel mio studio ,il 19 /03/2012 in cui mi raccontò l’incidente accorsogli a 4 anni e mezzo durante la vacanza al mare.
L’accaduto : “era estate,con mio padre,mia mamma e mia sorella gemella eravamo in vacanza al mare a S.B.,un giorno eravamo andati dal benzinaio che aveva anche l’orto,mio papà e mia mamma prendevano la verdura,mia sorella giocava con la figlia ..io giocavo col cane che ad un certo punto mi azzanna la faccia,nessuno mi vedeva ,nessuno si accorgeva non urlavo..neanche,io ero pieno di sangue poi mi ha visto mia sorella…mi hanno portato al pronto soccorso…”al racconto dell’incidente accorsogli e all’osservazione svolta in quell’occasione consigliai ai genitori un percorso di sostegno psicologico per il figlio ,in quanto erano ben visibili indicatori residuali di sindrome da stress postraumatico ancora non elaborati,riscontrabili dall’incubo ricorrente che C.volle raccontarmi.. Lo rivedo oggi ,con richiesta di valutazione dell’attuale stato psicosomatico,per valutare il danno e il risarcimento che avrebbe dovuto ricevere.
.
Si concordano alcuni incontri ravvicinati,chiedo di sentire anche la sorella per comparare ricordi e comportamenti,essendo C.gemello e la sorella testimone dei vari accadimenti e comportamenti agressivi tenuti e subiti ,accorsi anche in ambito scolastico ,in seguito all ’aggressione del cane .
C.,mi consegna uno scritto in cui racconta l’accaduto e un disegno rappresentante il cane che lo ha aggredito),Tale materiale cartaceo, porta la data del 13 maggio 2012,in quanto nell’incontro di marzo avevo chiesto al bambino di scrivere e disegnare ciò che ricordava del fatto e di portarmelo se ci fossimo rivisti come consigliato,ma i genitori decisero di non proseguire gli incontri,sino ad oggi in cui emerge la necessità di portare una valutazione utile all’ iter giuridico risarcitorio…

5-12-2012 incontro con me e la mia praticante dott.ssa Cristiana Bortolotti, in questo caso si sono sentiti anche ricordi testimoniali forniti dalla sorella che fa emergere sempre piu’ gli atti di bullismo subiti dal fratello,racconta che “da anni a scuola gli fanno fare il cane..poi sgridano lui..quella volta che ha morsicato un bambino alla gamba..ma non è lui che incomincia..è un po’ stupido..lo obbligano ad abbaiare,gli buttano le merendine che deve raccogliere con la bocca,gli fanno mangiare l’erba..e lui dice che è un gioco..ma lo fanno camminare a 4 zampe,a piedi senza calzetti anche se è freddo (e le maestre?,chiedo )…ma succede in ricreazione o al campo estivo..sono sempre quei 4/5..ma lui dice che sono i suoi amici..invece lo prendono in giro..poi ha gli incubi”
Durante l’incontro si sono avute verbalizzazioni,produzioni di disegno e dimostrazioni psicosomatiche dei ricordi,inoltre atti di scarico psicosomatico delle tensioni attraverso movimenti di espressività ludica e imitativa fatta eseguire tramite una particolare tecnica messa a punto dalla dottoressa Bortolotti.
In modo significativo C. vuole raccontare di nuovo il sogno incubo fatto dopo l’incidente ,che aveva già narrato nel primo incontro del marzo,dice che questo sogno –incubo è vivissimo nella sua memoria.
“il sogno fatto a S. B. dopo che il cane mi ha morso-eravamo in spiaggia a S. B.,solo noi,io ,mia sorella e mio papà e mia mamma…io ero su un canotto ,piccolo e tondo tipo salvagente,mia sorella in uno piu’ lungo..poi dopo mi ritrovo in acqua,in mezzo al mare e chiedevo aiuto…mamma e papà invece mi salutavano,non mi sentivano…e io ero circondato da pescicani e urlavo…poi mi sono svegliato e sono andato nel letto dei miei”.Chiedo quando l’ha fatto,risponde “ l’ho sognato un anno dopo…mi è successo a quattro anni e mezzo…alle volte lo faccio ancora”.
Lo osservo mentre racconta alla mia assistente come è accaduto e mima con la mano artigliata lo scorrere sul viso dei denti del cane che lo azzannavano,la gestualità della mano destra sul proprio volto simula il morso del cane ..in modo congruo,gli viene chiesto dalla dott.ssa Bortolotti se gli è rimasta la paura dei cani,risponde”figurati… dei… chiuaua e dei bassotti anche nei cartoni..” e fa vedere le cicatrici che sono visibili sull’arcata sopraccigliare e sul contorno della zona perioculare…prosegue rapportandosi tranquillamente con la mia giovane assistente e senza alcun apparente legame dice “ c’è un cane che odia i bambini perché gli tiravano i sassi “poi racconta di come è composta la sua classe ,sempre rivolgendosi a lei ,ogni tanto mi osserva per sincerarsi se lo sto ascoltando.
Chiedo di disegnare i componenti della famiglia ,per primo disegna se stesso ,mentre disegna borbotta che la mamma fa fatica a tenerne due (di figli),per seconda fa la sorella ,poi la madre e poi il padre,borbotta “il papà lo disegno sempre per ultimo”.,chiede se può mettere dei colori,dico ovviamente di si,poi si mette a fare domande alla dott.ssa Bortolotti che sente piu’ vicina per l’età e le modalità( desiderio di prendere la leadership,rivalsa su un profondo senso di insicurezza)Dice che il suo colore preferito è il blu,l’azzurro,il peggiore è il nero (ovviamente lo shock al nero).
Chiede a Cristiana quale albero le piaccia,lei risponde la quercia ,lui dice che il suo preferito è il salice piangente e come fiore l’orchidea…prosegue…”il salice piangente..con i suoi rami verdi pieni di foglie che toccano l’acqua”.
Giocando con alcuni pupazzi,indica Shrek come il padre,,lui il coniglietto,la mamma è l’orsa…ne resta uno piccolo ..che sta per nascere”
Gli chiedo se desidera un fratellino ,risponde “io glielo ho chiesto,ma non me lo fanno visto che la mamma ha un negozio,ha molti clienti con bambini…che io faccio sempre divertire “

7-12-2012 incontro con i due fratelli solo alla mia presenza

Oggi si procede con entrambe i fratelli per poter valutare il vissuto dell’episodio traumatico e dei comportamenti successivi.
Emerge da subito una sorta di competizione intellettuale fra i fratelli che sicuramente sono bambini particolarmente curiosi ed intelligenti ,ma in modo diverso l’uno intuitivo ,l’altra logica anche se non ci si riconoscono,sempre in contrapposizione e a smentirsi,ci tengono a fare sfoggio di cultura,C. farà il paleontologo ,la sorella l’estetista…gli esercizi corporei fatti da entrambe dimostrano il persistere in C., di un bisogno di rassicurazione,mi guarda,fatica a stare ad occhi chiusi,tocca la sorella che di fatto non ha queste reazioni,sono collaborativi
A fine incontro anticipo alla madre che in C. sono evidenti segni di stress psicosomatico e indicatori di vittimizzazione,come il negazionismo nel senso di non ammettere la rabbia,la forma persecutoria degli scherzi dei compagni,lo svalutare questi episodi non parlandone mai
Chiedo come facessero i compagni di scuola a sapere dell’aggressione accaduta anni prima,spiegano che alcuni erano già con loro fino dall’asilo.
C. mi fa vedere le cicatrici che circondano l’occhio,in effetti sono visibili e profonde.,dico che lo rendono importante,risponde che vuole toglierle altrimenti non potrà mai dimenticare il piu’ brutto momento della sua vita

11.12-2012 incontro con C. alla presenza della mia assistente,resta anche la sorella desiderosa di esserci,le è piaciuto l’incontro precedente

Nella scelta di movimenti come animali,F.,la sorella, sceglie il delfino,C. sceglie il gorilla,lo deve fare ad occhi chiusi,si deconcentra spesso,mi guarda e cerca consenso e alleanza,non vuole perdere il rapporto privilegiato
Nell’esercizio del respiro ride e di nuovo cerca il mio sguardo dimostrando una profonda insicurezza di base.,tiene le mani in tasca,blocco dell’aggressività,nella sorella non vi è tutto questo.
Nell’esercizio ad occhi chiusi,supini,C. apre spesso gli occhi,tipico meccanismo di controllo del territorio,d’altronde lo sguardo e l’apparato visivo è quello che ha subito il trauma,ma al tempo stesso poi dimostra fiducia a lasciarsi andare,anche se dice che prova fastidio agli occhi “come quando ti mettono la luce negli occhi” Nell’esercizio della trasmissione del calore = affettività trova difficoltà,alla fine F. si sente riposata e C. ,stanco,ma felice di ciò che sta facendo…è evidente il bisogno represso di scaricare le tensioni,che sono molto accumulate dentro di lui.
C. fa il gesto di abbracciare la sorella che invece dice “lo fa perché sa che mi da fastidio”.
Da qui parte un gioco racconto di parole in libertà,c’è una tigre che mangia una torta di panna per F.,per C. è una torta bianca fatta da Nonna Tina ,ma di carne “ perché la tigre è carnivora……è un animale come i cani…per la prima volta C.si lascia andare a volgarità sulla tigre…poi dice che questa mangia i suoi compagni,attaccano o fuggono perché hanno fame o paura “…poi racconta di un film dell’orrore visto per caso. .anche qui c’è un cane e un cieco…”i cani mi piacciono ..ma mi fanno paura “.
F. afferma cheC. non riesce ad addormentarsi se non c’è la luce accesa,,,…lui conferma-devo sempre chiudere gli occhi prima che spengano la luce..

12-12-2012 incontro con C. alla presenza della mia assistente

C. si relaziona subito con la mia giovane assistente,dice che la sera prima si è divertito,questa sera dovrà scegliere in modo casuale fra personaggi,logistiche ,azioni e creare un racconto,come si sa la creatività e l’invettiva a questa età permettono attraverso la tecnica della proiezione e identificazione di esprimere anche situazioni emozionali inconsce,rimosse,coperte da esitamenti ,in modo difensivo.
E’ un po’ distratto,si fissa guardando altrove,a caso sceglie ,come personaggi escono ,un assassino e una zingara,come luogo un hotel di lusso ,come azione,cadere da una rupe,rimanere ferito gravemente,poi altro personaggio,un mago e un cappello parlante.
Il racconto si evolve in modo faticoso,sembra che in C. vi siano spazi dinamici legati alla creatività e alla fantasia,bloccati,le azioni e le relazioni sono semplici ,sembrano corrispondere ad inibizioni reattive ,probabilmente legate al blocco emozionale secondario al trauma…stupisce data l’intelligenza e la capacità intuitiva e di osservazione che il bambino ha dimostrato in altre situazioni.
In effetti nel racconto,ognuno è solo,traumi sanguinolenti,incapacità di stringere sodalizi,,quindi seppure nella finzione del racconto C. ,ci parla ancora del sangue che sicuramente ha coperto il suo volto,della sensazione di solitudine ,impotenza ed abbandono ,dato che si è trovato da solo davanti ed in balia dell’aggressore,per di piu’ animale …qui ci sono oggetti magici che potevano risolvere in modo positivo o tramutare in burla gli avvenimenti…ma lui non ha saputo coglierli o attivarli,sfiducia nelle risorse proprie ed altrui e costante il senso di solitudine…quasi che la soluzione sia solo la morte e l’uccisione.,benché fossero stati fatti scegliere altri ausiliari ,una zattera in mezzo al mare,dipingere,un investigatore,un bastone magico e un benzinaio….Non vuole o non sa concludere la storia e borbotta “ se mi tolgo le cicatrici. .non mi ricordo piu’ di quella storia..”come si nota non vi è stato lo spazio dinamico,psicologico e terapeutico per elaborare e risolvere la vittimizzazione del trauma .
All’arrivo della madre si abbarbica a lei,evidentemente il parlarne,seppure solo da parte di C. lo fa sentire indifeso e bisognoso di protezione ,comunque si è sentito bene anche questa volta con me e la dott.ssa Cristiana.

13-12-2012 incontro definitivo fra me e C.

Arriva un po’ giu per i compiti che eri sera ha dovuto fare…non per gli esercizi fatti in seduta.
Lo invito a fare ,creare un racconto sdraiato ad occhi chiusi,siamo solo io e lui “mi prudono gli occhi “e se li sfrega ,poi si decide e racconta :

“Sono su Saturno,con la tuta e sto correndo e saltando

( chi incontri?)

Non incontro niente…solo dei buchi nel posto

(guardaci dentro)

Ogni buco ne ha una piu’ piccola dentro,…non c’è niente.

(arriva qualcuno)

No,nessuno,non lo sento,…non c’è nessuno…(ma daiii…)…e tu che ne sai?..ci saranno degli alieni che guardano
…vanno dentro le buche …io no ..perchè non ci voglio andare e con la navicella torno sulla terra a Bologna.

( chi c’è ad aspettarti?)

Non c’è nessuno ad aspettarmi..nessuno mi cerca…vado a casa mia,ci sono mamma e papà e non erano venuti a prendermi perché erano in casa…

(ma tu …allora ?)

Io volevo andare su Saturno…mi chiedono come è andato il viaggio..dico che è andato bene..

( che cosa ti hanno preparato?)

A casa sono tornato…non mi hanno preparato niente perché non era né ora di cena ..nè di pranzo.

(cosa fai ?)

Gioco con gli animali…giocattoli,tigri,coccodrilli,leone ,leonessa,dinosauri,draghi…faccio lotte…amo gli animali carnivori………..

( ti telefona un amico )

Nessuno mi telefona…perché nessuno dei miei amici lo sapeva…poi vado a mangiare e guardo la tv insieme a tutti…poi a giocare di nuovo…poi vado a letto.

E’ da notare che anche in questo racconto ,prevale la solitudine ,l’incomunicabilità e sono presenti solo gli accudimenti primari.
Chiedo se è contento che siano finiti gli incontri…risponde “bhò”,gli chiedo l’ultimo sforzo di disegnarmi 4 alberi,acconsente e cosi chiedo anche che esprima una sua opinione di come ha vissuto questa esperienza con la dott.ssa Cristiana,con sua sorella e con me,chiede “con chi inizio?” rispondo , con chi vuoi.

Alla fine chiedo di segnare sotto ogni albero sé e la sua famiglia.Sale la madre a prenderlo,C. fa vedere il disegno degli alberi,la mamma compiaciuta dice sono la piu’ bella e prosegue-io e C. ci assomigliamo fin da bimba la solitudine mi ha sempre fatto paura ,mi piace perciò stare in mezzo alla gente,F. è piu’ simile a suo padre…io e C. abbiamo paura della morte…al funerale della nonna F. c’è venuta…lui no…lui ha sempre bisogno di conferme “
Ovviamente tutto ciò ci riconduce a quel tremendo trauma che ha in modo sostanziale bloccato gli elementi creativi,difensivi e di autostima vista la precoce aggressione subita ,tanto da mettere in pericolo la vita e la simbologia profonda della propria identità ed autostima dato che ad esserne coinvolta fu la maschera faciale e la vista…,inoltre il subire quasi sempre passivamente gli atti di bullismo dei compagni ci riportano a quella profonda solitudine e a quella sfiducia di fondo per cui nessuno lo ascolta..tanto vale fare ed essere come vogliono che sia…
…….

CONCLUSIONI
Nel minore C. permangono segni significativi del trauma subito anni fa,la memoria psicosomatica conferma uno stato di insicurezza,rabbia repressa conseguente alla scarsa autostima derivante dalla cruenta vittimizzazione subita. In quel momento,a quattro anni e mezzo, il bambino si è sentito in pericolo di vita, l’improvviso attacco non gli ha permesso di agire gli istintuali meccanismi di difesa ,come coprirsi gli occhi o allontanare con le braccia l’animale,tutto ciò confermato dalla produzione grafica di C.
Gli episodi riferiti da madre,sorella ,insegnanti in cui C. si trovava ad agire come un cane,sia nella simulazione del gioco ,che nel morso dato all’’amico che comunque lo aveva aggredito e deriso ci fa considerare il danno psicologico,comportamentale e relazionale che C. porta ancora come retaggio del trauma dentro di sé,e di cui non possiamo prevedere gli sviluppi in futuro,essendogli accaduto in fase di età evolutiva in cui i modelli comportamentali e i ruoli di riferimento sono ancora percepiti in modo immaturo.
Nella simulazione del gioco imposto ,ossia =io cane,C. assume il ruolo di identificazione proiezione con l’aggressore ed è una reazione di aggiustamento della propria economia vitale,”se io divento come l’aggressore non sono la vittima” è un tipico pensiero magico di difesa che spesso compare nelle vittime che hanno subito trauma.
Per cui è difficile quantificare il danno psicosomatico che può sfociare in scarsa autostima ,in sfiducia verso il prossimo,l’adulto e comportare un restringimento e una limitazione della vita di relazione,in effetti nei 2 racconti prodotti da C.,,sia in quello creato con scelta casuale dei personaggi o quello creato da egli stesso su domande a tema aperto e generico,compare sempre una profonda solitudine ed una incapacità a concludere le dinamiche relazionali.
C. crede di poter cancellare quel brutto ricordo,come lui stesso dice,cancellando le cicatrici.
Nel giocare simulando il cane –C. cerca di esorcizzare in modo inconscio,la frustrazione subita legata alla vulnerabilità,alla mancata difesa da parte degli adulti di cui cerca sempre il consenso e la rassicurazione .
Il danno biologico e psicologico non possono pertanto essere quantificati riguardo all’evoluzione futura,data la collocazione e l’esperienza del trauma in fase di età evolutiva.Certo è che da vittimologa,a,quale sono,da magistrato onorario e l’esperienza maturata in tanti anni con i minori,da psicoterapeuta vorrei e dovrei raccomandare una trasmissione di cultura che tenga conto della vittimologia e della sacralità del corpo ,proprio ed altrui,in quanto la trascuratezza ,la svalutazione e la mancanza di riflessione e di confronto fra vittima e colpevole,permettono il perdurare di comportamenti di aggressione e di bullismo in modo di fatto,socialmente frequenti..non giriamoci dall’altra parte quando li vediamo.
Grazie
Maria Rosa Dominici
www.nuovapedagogia.com
www.crimevictimpsicantropos.com
psicantropos@libero.it

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Maria Rosa DOMINICI

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psicologa,psicoterapeuta vittimologa,membro dell'Accademia Teatina delle Scienze,della New York Academy ofSciences,dell'International Ass. of Juvenile and Family Court Magistrates,della Società Italiana di Vittimologia,della W.S.V.,dell'Ass.internazionale di Studi Medico Psico Religiosi.,docente di seminari di sessuologia, criminologia e vittimologia in università Italiane e straniere,esperta per progetti Daphne su tratta di minori e sfruttamento sessuale,creatrice del progetto Psicantropos,autrice di varie pubblicazioni,si occupa di minori e reati ad essi connessi da 40 anni.

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