STUPEFACENTI
Inserito il 18 giugno 2013 da Silvia CROCI
Sono sempre più giovani i ragazzi che a seguito del consumo di stupefacenti, hanno purtroppo un futuro di spacciatori.
Dall’incontro con due giovani pazienti e dall’esperienza nella Sezione Attenuata della Casa di Circondariale di Forlì, ho sentito il desiderio e il bisogno di fare, principalmente a me stessa, un po’ più di chiarezza rispetto a questi comportamenti autolesionistici, che vittimizzano il presente ma anche il futuro di chi ne fa uso.
Innanzitutto è bene fare chiarezza sui seguenti termini:
USO CONTROLLATO uso frequente, prolungato ma che non interferisce con i rapporti familiari, sociali, produttivi e neanche con lo stato di salute.
CRAVING propensione, desiderio quasi impulsivo che può presentarsi in qualsiasi momento di assumere una sostanza di cui si abusa.
ADDICTION consumo abituale
ABUSO uso ripetuto della sostanza che porta a ricorrenti e significative conseguenze avverse.
DIPENDENZA data da sintomi cognitivi, comportamentali e fisici che indicano che il soggetto continua a fare uso della sostanza nonostante la presenza di problemi significativi .
Da un punto di vista psicodinamico, si può ipotizzare la fissazione di un Super Io rigido, arcaico, durissimo che si imposta già nelle prime fasi di vita: primo, secondo o terzo anno e che procura un inestinguibile ed ineliminabile senso di colpa. Si mettono in atto condotte masochistiche per espiare la colpa, come appunto assumere stupefacenti.
Il DROGATO parte dal principio “smetto quando voglio io, gestisco quando voglio io, lo faccio per stare nel gruppo …” cioè è pieno di alibi.
L’ALCOLISTA quando arriva a chiedere una prestazione terapeutica per lo più è già stato dagli A.A. (Alcolisti Anonimi) e quindi è indirizzato già a capire che molto della sua dipendenza dipende dalla sfera psichica.
Tipologia di stupefacenti:
1) che deprimono il S.N.C., come alcol, barbiturici, ipnosedativi benzodiazepine, solventi.
Assunte a piccole dosi riducono ansia, tensione, memoria e concentrazione. Favoriscono benessere, rilassamento e lieve euforia.
Assunte a dosi elevate, diminuiscono inibizioni, senso critico e autocontrollo. Favoriscono irritabilità e aggressività.
Dipendenza fisica più elevata in alcol e ipnosedativi; assuefazione.
2) che stimolano il S.N.C., come amfetamine, farmaci con amfetamine, cocaina, caffeina, nicotina.
Aumentano la vigilanza, il battito cardiaco, la pressione sanguigna, gli zuccheri nel sangue e la dilatazione delle pupille.
Diminuiscono la sensazione di fame e di fatica.
CRACK cristalli di cocaina in polvere da fumare. Effetti euforici in 10 secondi.
Bassi dosaggi favoriscono stati di eccitazione, di euforia e sensazioni di aumentata energia.
Elevati dosaggi (eccetto nicotina e caffeina) favoriscono comportamenti aggressivi, violenti e disforici.
3) che riducono il dolore, come oppioidi naturali (eroina) e di sintesi.
Riducono gli stati di ansia e angoscia, sensibilità, reazioni emotive al dolore; danno sensazioni di calore e tranquillità.
Dosi elevate provocano sedazione, stupore, sonno e perdita di coscienza.
4) che alterano la funzione percettiva, come LSD, funghi, cannabis (hashish e marijuana), ecstasy.
Favoriscono stati di euforia, illusioni, esaltazione dell’umore, aumento dell’iniziativa personale, allucinazioni, alterano il pensiero; raramente ansia e panico.
Dosi consistenti e uso cronico provocano: inversione del ritmo sonno-veglia, depressione, attacchi di panico, disturbi di riferimento, aumentato carving verso carboidrati e cioccolata, deficit cognitivi.
I derivati della CANANBIS (marijuana meno dannosa) inducono rilassamento, sonnolenza, voglia di parlare e ridere.
LSD favorisce allucinazioni.
PCP (anestetico e sedativo) favorisce comportamenti estatici, sedazione o stimolazione.
Ad alti dosaggi possono verificarsi confusione mentale, disorientamento, agitazione, panico e allucinazioni accentuate.
ECSTASY (MDMA) stimolante e allucinogeno, procura distorsione della percezione e aumento del tatto. Gli effetti durano 3 o 6 ore. Aumento frequenza cardiaca e pressione sanguigna.
Possibili fattori eziologici
I genitori non sono in grado di fornire all’adolescente l’amore, l’attenzione e la valorizzazione di cui ha bisogno. Neppure una base sicura per la sua crescita.
Si crea vuoto nella vita emozionale.
Stile educativo lassista oppure autoritario.
Mancanza di interessi nei genitori che inducono obbiettivi immediati e contingenti nei figli.
Deficit e carenze nel coping (la capacità di far fronte agli eventi stressanti).
Ansia, depressione e bassa autostima.
Sofferenza emotiva, impulsività, stress sociale.
Esposizione in età infantile o adolescenziale a profonde e durevoli esperienze di disagio.
Esperienze svalutative nel gruppo di appartenenza.
Relazione madre – bambino eccessivamente frustrante.
Padre assente o emotivamente distante – madre simbiotica = figlio tossico che ponendosi al centro della coppia, consente ai coniugi di distogliere l’attenzione dai propri conflitti.
Conseguenze
Narcisismo – rapporto totalmente appagante con la droga/fusione figura materna
Falso Sé che protegge dalla frammentazione.
Ruoli lavorativi e familiari prematuri che espongono a considerevoli esperienze di insuccesso.
Perchè si assume droga ?
• ottenere sensazioni e stati psicologici percepiti come piacevoli – “un altro mondo”
• la ricerca di sensazioni forti, bisogno di esperienze interiori, stile di vita non convenzionale, sregolatezza nel bere, nel gioco e nella sessualità;
• facilitazione sociale, comunicazione, sentimenti: in particolare con assunzione di alcol, cannabis ed ecstasy;
• bisogno di eccitazione nelle attività di socializzazione;
• bisogno di salvaguardare e migliorare l’immagine di sé: la droga ha un ruolo trasformativo;
• ricerca di autonomia, emancipazione e sfida;
• bisogno di appartenenza e prestigio;
• bisogno di aggrappamento e di controllo (fumo/madre);
• bisogno di ridurre la tensione e regolare le emozioni: ansia, angoscia, incertezza, tensione, depressione, bassa autostima.
Tipi di tossicodipendenze
TIPO A – tossicodipendenze reattive, in rapporto a un evento traumatico esterno.
La sostanza protegge dalla sofferenza acuta tramite lo stordimento.
TIPO B – tossicodipendenze nevrotiche, in rapporto ai problemi di individuazione del Sé tipici in adolescenza. Coprono alcune patologie. Sintomi: ansia, sbalzi di umore, incertezza, noia, insoddisfazione, drammatizzazione dei problemi.
Forte coinvolgimento di uno dei genitori nella vita del figlio, messaggi educativi contraddittori, unione genitori basata su interesse, diversificazione dei fratelli in buono e cattivo.
La famiglia del tossicodipendente tipo A e B – Abbandono dissimulato
Carenze nelle famiglie dei genitori: riconosciute ma minimizzate.
Tipo di matrimonio: d’interesse, dote affettiva.
Scambio emotivo nella coppia: formale e debole.
Rapporto madre-figlio nell’infanzia, modalità carenzianti: impegno mimato, abbandono simulato.
Adolescenza: protesta contro la contraddittorietà della madre.
Atteggiamento del padre verso il figlio adolescente: rifiuto del figlio.
Effetti personali della sostanza stupefacente: evita la depressione.
Strategie basate sul sintomo – comportamenti successivi alla scoperta della tossicodipendenza: infantilizzazione.
TIPO C – tossicodipendenze associata a un grave disturbo di personalità, con uso di meccanismi di difesa quali: scissione, diniego, identificazione proiettiva. Spesso evolve in depressione.
Sistema familiare simile ai casi di anoressia: relazioni non definite, messaggi paradossali, complicità genitoriale, diversificazione figli riuscito/fallito, perpetuazione di stallo nella coppia.
La droga attenua lo stato di disagio, dà libertà interiore e benessere dà angosce persecutorie o depressive.
La famiglia del tossicodipendente tipo C – Abbandono misconosciuto
Carenze nelle famiglie dei genitori: non riconosciute, occultate.
Tipo di matrimonio: coatto per compensare un vuoto.
Scambio emotivo nella coppia: stallo per evitare rischio separazione.
Rapporto madre-figlio nell’infanzia, modalità carenzianti: strumentalizzazione per la coppia genitoriale, abbandono misconosciuto o superinvestimento strumentale.
Adolescenza: protesta contro l’indifferenza/ostilità della madre.
Atteggiamento del padre verso il figlio adolescente: intervento in difesa della coppia genitoriale o rifiuto del figlio rivale interno.
Effetti personali della sostanza stupefacente: contiene la confusione.
Strategie basate sul sintomo – comportamenti successivi alla scoperta della tossicodipendenza: collusività, alleanza coppia moglie/marito oppure madre/figlio.
TIPO D – tossicodipendenze sociopatiche, hanno a che fare con disturbi sociopatici di personalità.Tendenza all’acting out, assumono droga in modo distratto ed anaffettivo con carattere di sfida.
Famiglie problematiche con disorganizzazione dei ruoli, reazioni alla sofferenza dei membri lente o rigide, inadeguatezza o disfunzionalità nello svolgimento dei ruoli genitoriali.
La droga smorza le residue sofferenze, favorisce meccanismi di rifiuto e isolamento, autopunizione.
La famiglia del tossicodipendente tipo D – Abbandono agito
Carenze nelle famiglie dei genitori: riconosciute ma solo come carenze ambientali.
Tipo di matrimonio: inesistente.
Scambio emotivo nella coppia: assente.
Rapporto madre-figlio nell’infanzia, modalità carenzianti: disaccudimento, abbandono oggettivo.
Adolescenza: protesta anticipata in età adolescenziale.
Atteggiamento del padre verso il figlio adolescente: assente o inadeguato.
Effetti personali della sostanza stupefacente: riduce la rabbia.
Strategie basate sul sintomo – comportamenti successivi alla scoperta della tossicodipendenza : espulsività del figlio da parte della famiglia → comunità → comportamenti antisociali.
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