COSA MI E’ DOVUTO ? – QUALI SONO I MIEI DIRITTI FONDAMENTALI ? – Jodorowsky
Inserito il 06 agosto 2012 da Silvia CROCI
Riporto all’attenzione di tutti i genitori e di tutti i figli, uno stralcio del libro di Jodorowsky – La danza della realtà – che mi ha profondamente colpito, che condivido completamente e che esplora le seguenti tematiche dell’essere umano:
COSA MI E’ DOVUTO ? QUALI SONO I MIEI DIRITTI FONDAMENTALI ?
sottoforma di domande che l’autore affida al Rebe, una sorta di alter ego.
E’ stato scritto da un uomo che pur non avendo una preparazione specifica in psicologia è riuscito a far emergere in un linguaggio estremamente semplice e accessibile a tutti, quelli che potrei definire i compendi psicologici dei più grandi ed autorevoli maestri della psiche umana.
“Innanzi tutto dovresti avere il diritto di venire generato da un padre e una madre che si amino, durante un atti sessuale coronato dal reciproco orgasmo, affinché la tua anima e la tua carne abbiano come radice il piacere.
Dovresti avere il diritto di non essere considerato un incidente né un peso, bensì un individuo atteso e desiderato con tutta la forza dell’amore, come un frutto che deve dare un senso alla coppia, trasformandola in famiglia.
Dovresti avere il diritto di nascere con il sesso che la natura ti ha dato (E’ sbagliato dire aspettavamo un maschietto e invece è nata una femmina o viceversa).
Dovresti avere il diritto di essere preso in considerazione fin dal primo mese della tua gestazione.
Sempre, in ogni momento, la donna gravida dovrebbe accettare di essere due organismi in via di separazione e non uno solo che si espande.
Nessuno può considerarti responsabile degli incidenti che potrebbero intervenire durante il parto.
Quello che avviene all’interno dell’utero non è mai colpa tua: per rancore nei confronti della vita, la madre non vuole partorire, e mediante il subconscio ti arrotola il cordone ombelicale attorno al collo e ti espelle non ancora formato, prima del tempo.
Non volendoti consegnare al mondo, in quanto sei divenuto un tentacolo pieno di potere, vieni trattenuto più a lungo dei nove mesi, e il liquido amniotico si sarà seccato bruciandoti la pelle: ti si fa ruotare fino a che saranno i piedi e non la testa a scivolare verso la vulva, i morti entrano nel loculo così, con i piedi in avanti: ti si fa ingrassare più del dovuto così non potrai passare dalla vagina e il parto gioioso verrà sostituito da un freddo cesareo che non è parto ma estirpazione di un tumore.
Rifiutandosi di accettare la creazione, la madre non collabora con i tuoi sforzi e chiede l’aiuto di un medico che ti schiaccia il cervello con il forcipe; poiché soffre della nevrosi da fallimento, ti fa nascere semiasfissiato, azzurrino, costringendoti a rappresentare la morte emozionale di chi ti ha generato ..
Dovresti avere diritto a una profonda collaborazione: la madre deve voler partorire tanto quanto il bambino o la bambina vogliono nascere. Lo sforzo sarà reciproco e ben equilibrato.
Dal momento in cui tale universo ti produce, è tuo diritto avere un padre protettivo che sia sempre presente durante la tua crescita. Così come ad una pianta assetata si da l’acqua, quando manifesti un interesse hai il diritto che ti venga data la possibilità di realizzarlo, affinché tu ti possa sviluppare sulla strada che hai scelto.
Non sei venuto qui per realizzare il progetto personale degli adulti che ti impongono mete che non sono le tue, la principale felicità che ti offre la vita è consentirti di arrivare a te stesso.
Dovresti avere il diritto di possedere uno spazio dove isolarti per costruire il tuo mondo immaginario, per vedere quello che vuoi senza che i tuoi occhi vengano limitati da una moralità effimera per ascoltare le idee che desideri anche se sono contrarie a quelle della tua famiglia.
Sei venuto qui soltanto per realizzare te stesso. Non sei venuto ad occupare il posto di un morto, meriti di avere una nome che non sia quello di un parente scomparso prima della tua nascita: quando porti il nome di un defunto, è perché hanno innestato su di te un destino che non è il tuo, rubandoti la tua essenza.
Hai il pieno diritto di non venir paragonato a nessuno, nessun fratello nessuna sorella vale più o meno di te, l’amore esiste quando si riconoscono le differenze fondamentali.
Dovresti avere il diritto di venire escluso da ogni litigio familiare, di non venire preso come testimone nelle discussioni, di non essere il ricettacolo dei problemi economici degli adulti, di crescere in un ambiente pervaso di fiducia e sicurezza. Dovresti avere il diritto di venire educato da un padre e da una madre che la pensano allo stesso modo, avendo appianato le loro divergenze nell’intimità.
Se divorziassero, dovresti avere il diritto di non essere costretto a guardare gli uomini con gli occhi risentiti di una madre ne le donne con gli occhi risentiti di un padre. Dovresti avere il diritto di non venire sradicato dal luogo in cui hai i tuoi amici la tua scuole, i tuoi professori prediletti.
Dovresti avere il diritto di non venire criticato se scegli una strada che non rientra nei piani di chi ti ha generato, il diritto di amare chi desideri senza avere bisogno di una approvazione; e quando ti sentirai capace di farlo dovresti avere il diritto di lasciare il nido e andare a vivere la tua vita; di superare i tuoi genitori, di andare più avanti di loro, di realizzare quello che loro non hanno potuto fare, di vivere più a lungo di loro.
Infine, dovresti avere il diritto di scegliere il momento della tua morte senza che nessuno ti mantenga in vita contro la tua volontà.”
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